L’evitamento esperienziale è una strategia comportamentale messa in atto allo scopo di sottrarsi all’esposizione verso situazioni, persone, eventi temuti, cioè che suscitano emozioni considerate negative.
L’evitamento esperienziale è la naturale conseguenza della fusione cognitiva. La nostra “mente” partendo dal presupposto della fusione cognitiva, ci avvisa delle conseguenze pericolose di una determinata esperienza. Quindi per non sentire le dolorose emozioni che potrebbero emergere nel momento in cui non “ubbidissimo” alla nostra mente, mettiamo in atto l’evitamento esperenziale.
L’evitamento è un comportamento di per se adattivo. Esso ci permette di allontanarci da una situazione di pericolo o di minaccia reale. Perde il suo valore adattivo quando si trasforma in una soluzione coercitiva, che limita le possibilità di esplorazione. In questo caso l’evitamento esperienziale perde il suo valore adattivo e diventa un vero e proprio meccanismo di difesa. Tale meccanismo viene utilizzato per proteggersi da uno stato mentale o da un esperienza considerata intollerabile.
Tentiamo disperatamente di evitare, sbarazzarci, sopprimere o fuggire via dalle nostre esperienze private che ci creano sofferenzae rappresentano per noi un problema.
Ma sfortunatamente la tecnica dello sbarazzarsi o cacciare via emozioni e pensieri indesiderati non funziona, o se funziona. Col tempo finiamo per procurarci molto più dolore di quello originale. Ad esempio molte dipendenze iniziano come tentativo di evitare o sbarazzarsi di emozioni e pensieri negativi come la noia, l’ansia, la tristezza, e così via. Nel breve periodo, droghe, alcol, sigarette, gioco d’azzardo spesso aiutano. A lungo termine però il dolore e la sofferenza che deriva da queste pratiche, sono di gran lunga maggiori della sofferenza che le ha generate.