L’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) è una psicoterapia per certi aspetti “nuova”, anche se gli studi e la ricerca hanno più di 30 anni alle spalle. L’ACT innanzitutto è una terapia comportamentale, dove ha un ruolo centrale l’azione, l’agire. Nello specifico si tratta di un agire guidato dai nostri valori.
Riprendendo quanto riferisce Russ Harris (2011) “l’ACT ci porta in contatto con ciò che conta realmente in senso più ampio: i desideri più profondi del nostro cuore rispetto a chi vogliamo essere e a che cosa vogliamo fare durante il nostro breve tempo sulla terra. Questi valori ci serviranno per guidare, motivare e ispirare il cambiamento comportamentale.”
Per l’ACT è fondamentale che la persona diventi consapevole dei propri valori in modo che questi diventino le bussole della propria vita capaci di orientare, capaci di guidare le nostre azioni, il nostro agire nel mondo.
Harris, inoltre continua “in secondo luogo l’ACT riguarda l’azione consapevole, l’azione che intraprendiamo consciamente, con piena consapevolezza, aperti all’esperienza e pienamente coinvolti in qualsiasi cosa stiamo facendo”. Qui Harris, fa riferimento, appunto, all’agire, all’azione ma dice anche che tale azione è un’azione consapevole: la nostra azione non è guidata dal “pilota automatico” (come siamo abituati a fare in modo quasi meccanico) ma è una scelta consapevole in linea con i nostri valori. In più dice anche aperti all’esperienza, ossia disposti ad accettare l’esperienza qualunque essa sia piacevole o spiacevole e soprattutto coinvolti nelle cose ossia presenti; in contatto e connessi con il qui ed ora. Riprendendo ancora Harris, “uno dei messaggi fondamentali dell’ACT è: Accettare ciò che è fuori dal controllo personale e impegnarsi nell’intraprendere azioni che arricchiscono la propria vita”.
Lo scopo che si prefigge l’ACT, in quanto psicoterapia, è quello di aiutare le persone a creare una vita piena ricca e significativa accettando il dolore che la vita inevitabilmente porta con sé.