Tutti sperimentiamo le emozioni nel corso della nostra vita. Viviamo emozioni di varia natura e proviamo a gestirle con metodi più o meno efficaci e funzionali.
Senza le emozioni la nostra vita sarebbe priva di significato, di spessore, di ricchezza; le emozioni ci comunicano qualcosa sui nostri bisogni, sulle nostre frustrazioni e sui nostri diritti.
Possono rappresentare un motore per realizzare dei cambiamenti, per superare momenti ed eventi difficili e per comprendere se siamo o meno soddisfatti di come stiamo procedendo.
Ma cosa sono le emozioni? Come possiamo definirle?
Le emozioni rappresentano una complessa risposta del nostro organismo di fronte a stimoli interni/esterni.
Le emozioni comprendono:
- risposte biologiche interne (es. modificazioni nei neurotrasmettitori, nella circolazione sanguigna e nella tensione muscolare)
- sensazione fisica interna (es. “farfalle” nello stomaco, sentire avvampare il volto, impulsi ad agire legati all’emozione)
- cambiamenti nel comportamento esteriore (azioni, espressioni facciali, comportamenti verbali)
- pensieri
Questa risposta complessa in alcune circostanze può essere una risposta automatica ad un evento stimolo (es. reazione di attacco-fuga) oppure può essere mediata dal processamento cognitivo della situazione (es. giudizi, interpretazioni).
Facciamo un esempio: proviamo ansia quando non riusciamo a terminare un lavoro in tempo.
In questa occasione riconosciamo di essere preoccupati per non riuscire a portare a termine un lavoro – pensiero – e contemporaneamente sentiamo un’accelerazione del battito cardiaco – sensazione fisica – magari e ci sentiamo fisicamente agitati – comportamento motorio e pensiamo di essere incompetenti – giudizio– .
Sebbene le emozioni siano componenti essenziali della nostra vita, molte persone temono le proprie emozioni e si sentono da esse sopraffatte, come se non fossero in grado di gestirle. Spesso non sono in grado di “regolare” le proprie emozioni.
La disregolazione delle emozioni corrisponde proprio alla difficoltà di gestire o elaborare efficacemente le emozioni, e può manifestarsi con una loro eccessiva intensificazione o al contrario con una loro disattivazione. Nel primo caso saremo portati a vivere l’attivazione emozionale come intrusiva e travolgente; nel secondo caso invece potremmo andare incontro ad un appiattimento emotivo anche verso quelle esperienze che solitamente dovrebbero destare un’attivazione emotiva.
La disregolazione emotiva si riferisce quindi da una parte alla difficoltà a regolare le emozioni tale per cui queste vengono esperite come intense, durature, incongrue alle circostanze, causando cosi disagio e sofferenza; oppure dall’altra parte su di esse la persona interviene con evitamento emotivo, sopprimendone la loro espressione e adottando un atteggiamento controllante su di esse. È indubbio che in entrambe le circostanze si svilupperanno quadri clinici significativi. La disregolazione emotiva è un aspetto psicopatologico caratteristico di diversi quadri clinici come il disturbo borderline di personalità, il binge eating, la bulimia nervosa, disturbi d’ansia e dell’umore, per citarne alcuni.
la regolazione emotiva permette di adottare delle strategie più efficaci e adattive; questa passa innanzitutto attraverso un riconoscimento delle stesse e in questo senso è importante riconoscerle e verbalizzarle, darle un nome, capire e distinguere le loro componenti. Inoltre è importante un altro aspetto: l’accettazione delle stesse. Le emozioni sono parte integrante di ognuno di noi, porsi come obiettivo quello di annullarle, eliminarle e non provarle non è un obiettivo perseguibile. Solo vivendole ed esprimendole avremo la possibilità di superarle, lasciando fare il loro corso noteremo come queste hanno un inizio e una fine. Altro aspetto importante ai fini della regolazione emotiva è allenare la propria attenzione consapevole e non giudicante alle emozioni del momento presente; in una sola parola mantenere un atteggiamento mindful. La mindfulness rispetto alle emozioni che si provano in un dato momento, significa notare ed esperire tali emozioni senza giudicarle, inibirle, bloccarle o distrarsi da esse.